PEDAGOGIA
IL SEICENTO E IL SETTECENTO
L'EDUCAZIONE NELL'EUROPA CATTOLICA TRA SEICENTO E SETTECENTO
Riforma protestante e Riforma cattolica
Per quanto sia stato posto l'uomo al centro dell'attenzione nel Quattrocento, la società restava profondamente religiosa.Le incertezze degli intellettuali non avevano toccato il popolo che restava fedele con una devozione semplice.Nella prima metà del Cinquecento l'Europa viene percorsa da fermenti con lo scopo di moralizzare la cristianità.Il Concilio di Trento del 1545 si conclude con la riaffermazione delle verità della fede cattolica ristabilendo la saldezza della dottrina messa in crisi da dispute teologiche, da contestazioni filosofiche e dal lassismo nel comportamento di parte del clero.Viene affermato che la sola fede non salva l'essere umano, ma che serve operare bene nel mondo: diversamente da ciò che sostiene Lutero, l'essere umano coopera alla Grazia, che da sola non riesce a dare la salvezza.La cultura va indirizzata al bene comune e la Chiesa deve avviare al bene tutti gli esseri umani. Ne consegue una grande azione educativa ecclesiastica post-tridentina con apertura di seminari di formazione del clero vigilati dai vescovi , la descrizione del modello ideale di vescovo pastore di anime e un aumento dell'educazione e moralizzazione degli ecclesiastici.
I Gesuiti: la nascita dell'ordine
Durante i decenni della Riforma cattolica sorgono nuovi ordini basati sull'educazione, tra cui caratteristica è la Compagnia di Gesù, una comunità simbolo della chiesa post-tridentina.Fondata da Ignazio di Loyola è nata con lo scopo di cattolicizzare il mondo. Gli aderenti alla compagnia, i gesuiti, sono caratterizzati da mobilità e cultura profonda.Per prendere i voti bisognava avere studiato filosofia, teologia e un terzo ramo del sapere.Elaborano un modello di studi , la Ratio studiorum, che è una sorta di legge scolastica che disciplina i collegi gesuitici dotandoli di un piano di studi e regole identici.Il collegio è una scuola transnazionale dove la lingua unica sia per docenti che allievi è il latino e dove gli insegnanti provengono da varie nazioni.La Ratio studiorum è un documento di 30 capitoli che definisce le regole da seguire, gli orari i programmi e la didattica.L'ordinamento degli studi prevede tre corsi sucessivi :umanistico, filosofico e teologico.
Corso umanistico: inizia tra i dieci e idodici anni e si divide in tre anni di grammatica, uno di umanità e uno di retorica. Il primo triennio si basa sulla grammatica latina e greca, dove il latino permette di spostarsi nei vari ambienti colti europei.Conoscere latino e greco significa anche assimilare la cultura classica.L'anno di umanità e quello di retorica sono finalizzati all'apprendimento dei modelli classici di eloquenza, sintatizzati da Cicerone.
Triennio filosofico: è paragonabile al triennio del liceo classico e studia soprattutto Aristotele e Tommaso D'Aquino
Cinquennio teologico:corrisponde ad un corso universitario indirizzato a chi vuole entrare nell'ordine e basato sullo studio delle Sacre Scritture, ebraico e teologia morale e dogmatica.
Novità didattiche
Le novità didattiche introdotte dalla Ratio studiorum sono:
- divisioni degli alunni in classi in base all'età per favorire il mantenimento della disciplina ed uniformare la didattica;
- gradualità dell'insegnamento tenendo conto delle predisposizioni dei singoli allievi;
- presenza in classe di un docente solo che consce tutte le materie e ogni suo allievo;
- introduzione di esami per passare da un livello a quello superiore;
- regolamentazione di premi e punizioni;
- obbligo dell'uso parlato della lingua latina;
- addestramento della memoria e delle arti oratorie con ripetizione, composizione scritta e discussione pubblica;
- controllo della postura e della timidezza con partecipazione a rappresentazioni teatrali pubbliche;
- esercizio di pietà e carità con costituzione di associazioni a cui possono prendere parte solo gli alunni migliori che divengono così modelli da emulare.
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