pedagogia

ETA' DEI LUMI ED EPOCA NAPOLEONICA

ILLUMINISMO ED EMPIRISMO

Nuove pratiche educative

Nel corso del Settecento si è determinato un ripensamento di molte delle pratiche impiegate fino ad allora nel'allevamento e nell'educazione dei figli nelle famiglie e una revisione dell'organizzazione e della gestione delle scuole.Si viene ad affermare una diversa concezione delle facoltà cognitive dell'uomo in quanto si fa largo una nuova idea del funzionamento della mente e delle capacità di apprendimento.Viene definitivamente messa in crisi la tradizionale teoria dell'innatismo, secondo cui l'uomo sarebbe nato con alcune idee già impresse nella mente, tra le quali la più importante è quella di Dio.La migliore conoscenza dei processi mentali dell'essere umano porta ad individuare l'origine della conoscenza nell'esperienza e nelle capacità sensoriali ed intellettive dell'individuo. Da qui nasce la corrente filosofica dell'empirismo, secondo la quale l'uomo oltre a non possedere alcuna idea innata, per crescere ha bisogno di conoscere il mondo per mezzo dell'esperienza.Per la prima volta diviene chiara la differenza tra adulto e bambino e diviene un'età con caratterisctiche peculiari, dove il bambino viene visto come una tabula rasa in quanto essere dotato solo dei sensi per conoscere il mondo e privo di idee innate.L'infanzia viene vista così per la prima volta come la fase della vita da destinare all'apprendimento e diviene una tappa fondamentale nello sviluppo dell'individuo.Nelle scuole la lingua volgare viene utilizzata nella prima alfabetizzazione mentre il latino continua a rappresentare la materia più importante nelle scuole secondarie.Le discipline umanistiche conservano un peso maggiore rispetto alle scienze.Base dell'istruzione resta la religione considerata il fondamento di ogni forma di conoscenza

Locke e la società inglese tra Seicento e Settecento

Locke nega l'esistenza di idee innate affermando che vi sono quelle originate dall'esperienza sensibile.Egli conduce una serrata analisi del modo in cui le idee nate dai sensi si associano tra loro originando la conoscenza.Se non esistono le idee innate, i bambii nascono privi di conoscenza e perciò è importante avviare presto i bambini alle giuste esperienze per far sì che le facciano proprie.Il bene morale diviene l'utile, ciò che è giuto per il singolo e necessario per la collettività.Egli sostiene la libetà di ensiero e il valore primario della cocienza dell'individuo.Il fine dell'educazione non è il raggiungimento della perfezione cristiana, ma della felicità mondana ragionevolmente costruita.Locke non nega il valore della fede religiosa, ma distingue tra fede e ragione, concependo la vita associata secondo ragione e quindi in forma laica e spostando la dimensione della fede nella sfera della scelta personale.Contesta l'efficacia dei metodi grammaticali nell'insegnamento delle lingue, l'estraneità dei contenuti scolastici rispetto alla realtà delle cose,la scarsa qualità dei docenti che per farsi rispettare usano la frusta.Egli ritiene preferibile l'utilizzo della lingua nazionale e posticipare l'introduzione del latino a quando l'alunno è più grande. Inoltre sollecita la conoscenza delle discipline matematiche, si dichiara favorevole ad una formazione etica salda fondata anche sui classici dell'antichità.Insiste sull'importanza della formazione di salde abitudini fin dai primi anni di vita.

La formazione del gentleman
 Locke indirizza la sua opera che mira a formare il gentleman ai figli della nuova classe dirigente rappresentata dai mercanti e borghesi che costituiscono il nuovo motore dell'economia. Fine dell'educazione è l'acquisizione di salde abitudini morali che consentano al giovane di sapersi comportare correttamente nella società..L'educazione alla saggezza ha il primato sull'istruzione, come la famiglia ha il primato sulla scuola.In casa si acquisiscono le virtù morali. Locke sostiene che il bambino si deve muovere,che l'apprendimento deve essere divertente e nascere dall'esperienza diretta.L'educatore è la legge alla quale l'allievo deve sottomettere la propria volontà per sapere decidere in forma autonoma (educazione morale come passaggio dalla norma all'autonomia personale, cioè il self control).Le punizioni fisiche non si addicono a un gentiluomo ,ma è preferibile usare lodi e rimproveri facendo leva sul senso dell'onore del fanciullo. 
 
 La proposta pedagogica di Rousseau

L'educazione naturale

Per natura Rousseau intende una pura ipotesi intellettuale che rinvia ad un presunto stato originario dell'uomo visto come essere autonomo destinato ad uno sviluppo regolato da leggi inviolabili e fornito di una ricchezza originaria oscurata dall'evoluzione storica.
L'Emilio è un romanzo pedagogico nel quale viene presentata l'educazione di un immaginario fanciullo, Emilio, dalla nascita fino all'età adulta.Esso è articolato in 5 libri, ciascuno dedicato ad un'età specifica.
Nel primo libro (0-6 anni) Rousseau apre la sua riflessione con due considerazioni preliminari: la prima riguarda l'affermazione della bontà originaria dell'uomo allo stato naturale a della sua degenerazione nei rapporti sociali( di qui la decisione di far crescere Emilio da solo in una reatà di campagna e cioè nella libertà della natura); la seconda sottolinea l'importanza dell'educazione: tutto ciò che acquisiamo dopo la nascita ci viene dall'educazione, che è impartita da tre maestri: la natura, gli uomini e le cose.
Nel secondo libro (6-11anni) viene presentata la fanciullezza di Emilio che cresce all'aria apertaed impara dalle esperienze dirette nelle quali di volta in volta si trova. In questa fase l'educazione è il rispetto delle leggi della natura.L'apprendimento di Emilio avviene a diretto contatto con le esperienze naturali, non essendo ancora in grado di svolgere ragionamenti astratti, le sue conoscenze dovranno essere associate all'esercizio dei sensi.lo scopo è di renderlo sano e vigoroso, pronto ad apprendere da sè.
Nel terzo libro (12-15 anni) Rousseau descrive l'età dell'utile, cioè un periodo dell'esistenza umana dal passaggio dall'apprendimento attraverso i sensi all'apprendimento intellettuale vero e proprio.Il precettore deve saper valorizzare la curiosità e l'interesse di Emilio attraverso l'esplorazione dell'ambiente, aiutandolo a concentrarsi su qunto è essenziale.Lo scopo no è rendere sapiente Emilio ma metterlo nelle condizioni di trovare in se stesso i mezzi per ampliare le conoscenze.
Nel quarto libro (15-18 anni) Rousseau parla della seconda nascita, infatti l'introduzione all'età adulta esige un nuovo metodo perchè non è più sufficiente l'approccio indiretto per orientare Emilio.Le varie educazioni(sessuale,morale e religiosa) impartite hanno in cumune lo scopo di annullare o contenere gli effetti dell'amor proprio e di stimolare quelli dell'amor di sè.Infatti per Rosseau l'amore di sè conduce all'istinto della pietà, l'amor proprio a quello dell'invidia.
Nel quinto libro (19-25 anni) viene presentata la futura moglie di Emilio ,Sofia (nome simbolico per indicare la saggezza richiesta alla donna).il ruolo e le caratteristiche che attribuisce Rousseau a Sofia evidenziano la superiorità dell'uomo sulla donna , anche se ritiene che tra i due vi sia una grande complicità.
Il punto di partenza dell'"Emilio" è la constatazione che allo stato di natura le disuguaglianze tra gli uomini sono appena percettibili, l'uomo naturale si distingue nettamente da quello civile in quanto il primo uscendo dalle mani del Creatore è buono, mentre il secondo risente della negativa influenza della società.Obiettivo dell'opera è dimostrare la necessità di abbandonare la modalità educative tradizionali che snaturano l'uomo,per adottare invece una pedagogia rispettosa degli interessi e delle abilità del bambino.Compito di genitori e precettori è fornire un orientamento unico e coerente ai tre differenti tipi di educazione che regolano lo sviluppo di ogni essere umano: l'educazione della natura, cioè lo sviluppo del corpo e dei suoi organi; l'educazione delle cose, cioè l'esperienza; l'educazione degli uomini, cioè la cultura e gli apprendimenti ricevuti dai propri simili.Come seguace del sensismo, Rousseau insisteva sull'importanza di basare ogni apprendimento, soprattutto nell'infanzia, sulla pratica.in tale prospettiva un buon educatore mette l'allievo nelle condizioni di compiere esperienze utili e positive.Vi sono diversi meriti attribuibili all'opera di Rousseau :
  • il primo riconoscimento è aver reso chiare le trasformazioni che regolano lo sviluppo dell'essere umano, divulgando le teorie sensistiche, secondo le quali tra la nascita e i due anni il bamino possie deuna sensibilità indifferenziata, simile a quella prenatale.Tra i due e idodici annilo sviluppo raggiunto è pari a quello di un uomo selvaggio, dove i sensi sono il principale strumento cognitivo.Tra i dodici e i quindici anni il ragazzo è vicino al completamento dello sviluppo cognitivo, ma non ha sviluppato del tutto la coscienza morale e il suo agire ha come movente l'utilità.Dai quindici ai venticinque anni alle funzioni dei sensi si aggiungono quella estetica e quella etica che consentono il pieno sviluppo della morale e della virtù.La definizione delle tappe dello sviluppo cognitivo del bambino mise in crisi la logica adultistica, che voleva far divenire l'allievo rapidamente adulto.
  • il secondo apporto riguarda la tesi seondo cui ogi individuo è portatore di capacità originali.L'educazione deve favorire lo sviluppo in modo che ogni bambino possa divenire se stesso da adulto.
  • il terzo contributo riguarda la figura dell'educatore che viene visto come organizzatore di situazioni adecative idonne a far maturare l'alievo.Si parla di educazione indiretta perchè non si basa sull'imposizione di un modello cui l'educando deve aderire, valorizza l'esperienza dell'allievo.
  
 
   

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